Si racconta la storia vera, capitata a un ragazzo
(giovanotto, come si diceva l’ora) che abitava sopra Villatico. Si conosceva anche il nome: “ el poor (povero) Bram”. Povero significava che al momento del racconto, il ragazzo di un tempo era ormai passato ad altra vita. Ebbene, il Bram, la sera, andava a trovare la sua morosa (la sua ragazza) che abitava al di là dell’Inganna. E questa era una sfortuna, perché bisognava traversare il torrente. E la paura non era data dalla piena delle acque, ma dal biancore nelle pietre e dal luccichio nelle prone (le pozze) nelle notti di luna piena. Una notte il Bram stava ritornando verso casa. La luna batteva proprio sui sassi e sull’acqua ed eglii udì zufolare dietro di sè. Si fermò. Tremava, ma ebbe il coraggio di guardare indietro. Nessuno. Lo zufolio si fece più intenso. E girò lentamente la testa e, con la coda dell’occhio, vide solo l’acqua tra i sassi. Un passo avanti e più forte di richiamo. Allora si lasciò sfuggire una parolaccia verso l’importuno. E la vide. Aveva il viso smunto e liscio come le pietre levigate dall’Inganna. Era la strega. Allora con l’ultima forza nelle gambe, raggiunse il suo casolare. Entrò nella parte del mulino, per fare più in fretta. Nella bassa camera si tolse gli abiti e li gettò da parte, alla rinfusa. Stava per sdraiarsi e la vide. Era ai piedi del letto, con un colore livido sul viso. Allora andò, sotto le coperte, a recitare il “Pater”. Con una mano stringe il lenzuolo sugli occhi, con l’altro il cuore. Qualcuno disse che non andrò più a trovare la sua morosa. Fuori da quell’avvenimento tutto continua. Il Bram, e come tanti giovani del paese, passò il mare e andò in America. Vita da emigranti. Forse nel tumulto delle città, l’assordante vocio di una lingua sconosciuta, avrà pensato al silenzio dell’Inganna ed al suo paese. Come era bella Villatico, era lì nei suoi occhi, con la sua roggia che l’attraversava diritta, i suoi molini tutti in fila. I suoi prati, circondati da muri o dai “garuf”, i boschetti di castagni, le case, la chiesa, la piazza. Sotto il lago, i Montecchi, l'altra sponda con le sue montagne, e più in fondo le cime a picco e la luce che veniva, il mattino dalla Valtellina.