MICHELE GHISLA E LA SOCIETA' OPERAIA DI COLICO
La Società operaja di Colico
Mutuo soccorso: origini storiche
Con la Mutualità volontaria, un gruppo di persone esposte agli stessi rischi si quota per un determinato contributo, allo scopo di costituire un fondo dal quale attingere a favore dei soci più deboli e più sfortunati. Le sue radici affondano nelle 'Sodalicia' dell'antica Roma per assistenza ai familiari dei soci defunti; nelle 'Confraternite della buona morte' sempre di carattere religioso e nelle “Corporazioni delle arti e dei mestieri” nel Medioevo. Con la nascita delle industrie a fine '700 si diffondono in Gran Bretagna le friendly society e in Francia le compagnonnages e successivamente le associations ouvrières. Per iniziativa di Giuseppe Mazzini, che nell’esilio londinese elabora il suo pensiero politico e sociale, fanno la loro comparsa anche in Italia.
La prima Società di mutuo soccorso italiana è la Società Generale fra gli operai di Pinerolo, fondata nel 1848: lo Statuto Albertino del Regno Sabaudo autorizza la libera associazione, a differenza degli altri stati italiani, e solo dopo l'unificazione tale diritto verrà esteso a tutta la penisola.
La Società operaja di Colico
Il 19 marzo 1864 viene costituita in Colico la Società Operaja fra i lavoratori per iniziativa di Michele Ghisla. Ha per base l'unione e la fratellanza e per scopo il mutuo soccorso tra i soci.
Si propone di: offrire ai soci un reciproco aiuto materiale, finanziario (per malattia, vecchiaia, infortunio ...), facilitare loro il conseguimento del lavoro, incentivare l’istruzione attraverso scuole serali e domenicali, perché tutti possano leggere e scrivere e ottenere così il diritto al voto, promuovere la moralità nella comunità evitando alcolismo e gioco d’azzardo (art. 1 Reg. 1864)
I soci: diritti e doveri
Può diventare Socio effettivo ogni operajo, cioè lavoratore (con questo termine si indicano anche artigiani e commercianti) o persona tra i 15 e i 50 anni, di sana costituzione che goda della stima comune e di provata moralità. Ha diritto di proposta e di voto in tutte le sedute, è elettore attivo e passivo nell’Adunanza Generale annuale in cui vengono eletti a scrutinio segreto i membri della Direzione Generale (che si riunisce ogni domenica). Paga una quota d'ingresso, e una mensile di cent. 50. Dopo un anno “in caso d’assoluto bisogno non procurato” ha diritto a un “soccorso giornaliero di L1,00 per un periodo limitato e col controllo di un delegato”.(art. 72, 73). Il Socio Contribuente paga una tassa mensile di £. 1,00, interviene all’Adunanza Generale annuale senza diritto di voto né di proposta, ha diritto a un “soccorso o sussidio”.
La Società Operaja di Colico e la cultura
La Società Operaja dà grande importanza all’istruzione e alla crescita culturale: il 5% dei contributi mensili viene destinato all'abbonamento a giornali, messi a disposizione dei soci ogni domenica; All’apertura di scuole serali, a premi per chi le frequenta con profitto e per i figli meritevoli dei soci.(art. 70); La Società Operaja di Colico ha stretti collegamenti con la sorella di Chiavenna, di ispirazione aperta-mente mazziniana, fondata nel 1862 da Carlo Pedretti, grande amico di Ghisla.
La Società Operaja di Colico fa parte di una costellazione di associazioni che stanno nascendo sempre più numerose nell’Italia da poco costituitasi come stato indipendente e unitario.
La società Operaja impegnata nella crescita culturale e difesa della salute
Il 16 giugno 1870 Ghisla fonda la banda musicale già attiva da alcuni anni per promuovere la crescita culturale, allietare le celebrazioni popolari, favorire l’aggregazione dei giovani distogliendoli dall’ozio e dalle osterie, allacciare contatti con altre bande e realtà sociali, organizzando scambi, gite, viaggi
Nel 1877, come consigliere comunale, ottiene una palestra all’aperto aperta a tutti, secondo il disegno preparato dal maestro Brunati su suo invito, per favorire la crescita sana e l’aggregazione dei giovani.
Nel 1882 la Società Operaja si fa promotrice presso l’Amm. Comunale dell’acquisto di una pompa idraulica per spegnere gli incendi e della formazione di un corpo di volontari.
Nel 1898 contribuisce con una permuta di beni all’apertura del primo Asilo in Colico.
Concede prestiti a tasso agevolato al Consorzio per la bonifica, contribuendo a eliminare dal paese le paludi e la malaria.
Durante la Grande Guerra assiste le famiglie dei soldati al fronte.
Durante il governo fascista le Società Operaie spianarono la strada alle riforme che garantivano ai lavoratori la previdenza sociale (INPS) e la pensione.
Con le riforme perde lo scopo originario e si trasforma in ente morale di volontari stretti da amicizia per attività sociali e culturali.
Nel 1931 aderisce al “Dopo lavoro Comunale” e mette a disposizione i locali per uso biblioteca.
Nel 1933 dà un contributo per erezione monumento ai caduti e dà in affitto alle suore canossiane due locali adibiti a scuola.
Durante la II Guerra Mondiale la sede è requisita dai militari.
Fine anni 40 acquista una macchina da proiezione da utilizzare nella propria sala teatro.
Nel marzo 1947 con presidente Gabriele Bettiga, la società riprende le opere assistenziali. Si scioglie la filarmonica e gli strumenti sono donati a don Sondini che fonda l’attuale banda di Villatico.
Dopo la guerra il cinema venne battezzato Olimpia e negli anni 60 fu trasferito in piazza San Giorgio.
Negli anni 50 l’asilo fu trasferito nell’attuale sede in via Municipio.
Il 25 ottobre 1964 nell’albergo Italo Svizzero si brinda al centenario dell’associazione. È presidente Angelo Androni, gli iscritti sono 112.
Dalla fine degli anni 80 la società dona un contributo all’Ente sociale comunale per distribuire pacchetti-viveri alle famiglie più povere di ogni frazione in occasione del Natale