LA CAMERA DA LETTO

 Nella prima sezione posta al primo piano è stata ricostruita la camera da letto con l'antico letto in ferro battuto e l'arredamento tipico di un tempo (la cassettiera, l'armadio, il comodino e il lavabo). Sopra il letto il sacco riempito di fogliame che fungeva da materasso. Nell'armadio posto appena dentro la porta è possibile osservare un tipico corredo matrimoniale. Diversi elementi originali delle camere d'un tempo trovano spazio nell'ambiente ricostruito. 

scopri la camera di un tempo

Molto spesso succedeva che nella stessa camera dormivano tutti i componenti della famiglia:  i bambini spesso condividevano con i genitori lo stesso letto, mentre i neonati dormivano dentro piccole culle di legno, poste vicino al letto. Fin dall’inizio del XX secolo la gente, che prima di sposarsi possedeva solo qualche mobile ereditato, cominciava a farsi fare dal falegname la stanza (il letto, il cumò e il guardaroba, che era un armadio basso) oltre alla credenza e al tavolo di cucina. A volte era il cliente stesso che portava la materia prima: un tronco di ciliegio o uno di noce tagliato nel proprio lööch.


Al tempo non c'era il riscaldamento e in queste stanze faceva davvero freddo, di conseguenza mettevano un “frate” sotto le lenzuola, che era un struttura in legno in cui si usava mettere una pentola piena di brace. Prima di andare a dormire il letto sarebbe stato caldo. 

Il letto

I primi letti prodotti in paese assomigliavano a grandi e ingombranti cassoni con delle molle (élastèch) all’interno, coperte da tela (födéra) e sopra le quali si disponeva il materasso che era riempito di lana, crine, foglie di granoturco (el paiun). Poi i letti di ferro con le reti metalliche: testiera lavorata e dipinta: questi erano fatti dai fabbri nelle loro fucine.


il comodino e il catino

era adibito per custodire le scarpe della festa e soprattutto per il pitale o orinario. La prima cosa dei mestee era svuotare il vaso da notte la mattina appena alzati. 

In un angolo della stanza trovava spazio anche il catino e la brocca per lavarsi, dato che non c’era acqua corrente nella casa. Si trattava, spesso, di una struttura in ferro battuto sulla quale veniva posto il catino e la brocca in ceramica bianca. A volte poteva succedere, nella famiglie più benestanti, che sia la brocca che il catino erano decorati con elementi floreali. Lungo una parete, o ai piedi del letto, trovava spazio anche una cassapanca che serviva per custodire la dote che la donna confezionava prima del matrimonio (lenzuola, tovaglie, tovagliette ecc.), sul fondo c’era una scatoletta di legno dove si conservavano i soldi che si riuscivano a risparmiare.

La stanza da letto nel passato era il luogo più sacro della casa dove si concepivano i figli, dove si nasceva con l’aiuto della levatrice e dove si moriva dopo l’unzione del sacerdote.

La morte: si moriva in casa circondati dai parenti e il morto rimaneva ne letto. Arrivava il prete per portare il viatico. C’era una tovaglietta ben ricamata che si metteva sul comò per depositare il santissimo mentre impartiva l’Unzione degli infermi. Poi arrivava il falegname a prendere le misure della salma per costruire la cassa da morto con assi di legno larice foderata di carta azzurra. Arrivavano i parenti e tutto il paese per vegliare il morto, pregavano. La famiglia donava una tazza di sale.