
Le radici della famiglia Croci affondano nel cuore della Valtellina, in Lombardia. Giuseppe Croci nacque il 1° gennaio 1805 a Sondrio, una terra di monti e vigneti, dove la vita scorreva dura ma scandita da tradizioni secolari. Crescendo, Giuseppe si trasferì a Colico Piano, sulle rive del Lago di Como, dove visse fino alla sua morte il 28 ottobre 1869. Fu qui che nacque e crebbe uno dei suoi figli, Carlo Croci, destinato a portare il cognome della famiglia oltre oceano, fino alle terre lontane dell’Argentina.
Toribio Julio Croci e Maria Carmen Minatta e figli
Toribio Julio Croci e Maria Carmen Minatta e figli

Carlo non era solo un contadino: nei documenti ufficiali viene indicato come “Cursore comunale”, un ruolo amministrativo nel Comune di Colico. Questo significa che era una figura di riferimento nella comunità locale, con compiti probabilmente legati alla gestione delle comunicazioni e degli atti ufficiali. Questo testimonia che la famiglia Croci aveva un certo riconoscimento sociale nella loro terra d’origine prima di partire per l’America. Alla fine dell'Ottocento Carlo, insieme alla moglie Minatta Maria e al figlio Pietro Giovanni Ermenegildo (08/08/1852 - 22/09/1915), prese una decisione che avrebbe cambiato per sempre il destino della famiglia: emigrare. Tra il 1850 e il 1914, durante la grande ondata migratoria italiana, lasciarono Colico per attraversare l'Atlantico, senza sapere con certezza cosa li aspettasse dall'altra parte. Il nome della nave e la data esatta della sua partenza sono attualmente sconosciuti, ma la prima traccia ufficiale della sua presenza in Argentina è il certificato di nascita del primo figlio di Pietro, registrato nel 1880.
Censimento demografico e Registro delle navi in cui è riportata la famiglia Croci
Censimento demografico e Registro delle navi in cui è riportata la famiglia Croci

Dopo un lungo viaggio in mare, sbarcarono a Buenos Aires e si unirono a un gruppo di migranti diretti a Colonia San José, a Entre Ríos, una delle più antiche colonie agricole del paese, fondata nel 1857 da immigrati europei, provenienti principalmente da Italia, Francia e Svizzera. In queste terre vergini hanno iniziato una nuova vita, affrontando le sfide che si presentavano in una giovane città multiculturale, piena di sfide e opportunità. Una volta sistematasi in città, la famiglia si allargò. Secondo il censimento nazionale argentino del 1895, la famiglia di Pietro comprendeva la moglie Maria Elisa Lazzaroni (1864-1923) e i figli: Pedro (1880/81), Angela (1884/85), Carlos (1888), Toribio (1890), Amalia (1893/94) e Juana María (1893/94).
La casa della famiglia Croci
La casa della famiglia Croci

Tuttavia, il contributo della famiglia Croci alla crescita economica e sociale di Colón non si limitò all'agricoltura, si dedicarono anche alla barberia, al commercio e ai trasporti. Grazie allo spirito imprenditoriale delle nuove generazioni, la famiglia Croci entra nel settore alimentare, diventando parte fondamentale della storia di una delle aziende più importanti della città: Fideos Santa Teresita.
Ritaglio di giornale con la pubblicità del pastificio
Ritaglio di giornale con la pubblicità del pastificio

Fondata nel 1933 da Don Lorenzo Benzi, la fabbrica di pasta iniziò a operare in un edificio situato all’angolo tra le vie Bolívar e Sarmiento, a Colón, Entre Ríos. Con il tempo, la produzione artigianale di fideos secchi guadagnò notorietà, diventando un marchio di fiducia per la popolazione locale. Quando Benzi decise di ritirarsi, la famiglia Croci, già attiva nel settore del commercio e del trasporto, acquistò l’azienda, vedendo in essa un’opportunità di crescita e sviluppo. Inizialmente, la gestione fu assunta da Domingo Croci, che investì capitale e lavoro per modernizzare la produzione. Successivamente, anche i fratelli Héctor e Diego Croci si unirono all’impresa, trasformandola nella “Croci Hnos y Loker Sociedad Colectiva”, consolidando così il marchio Fideos Santa Teresita come una delle fabbriche di pasta più importanti della regione.
La famiglia in fabbrica
La famiglia in fabbrica

Nel 1959, l'azienda fece costruire un nuovo e moderno edificio tra le vie Moreno e Leguizamón. Nel corso degli anni di gestione della famiglia Croci, l'azienda ha innovato i propri processi produttivi, passando da un metodo artigianale a un sistema sempre più automatizzato, senza perdere la qualità che l'ha resa famosa. La fabbrica svolgeva anche un importante ruolo sociale e comunitario. Ogni anno le scuole della zona organizzano visite didattiche al sito. Inoltre, la fabbrica metteva a disposizione i suoi vari mezzi di trasporto per eventi sociali, come sfilate o pellegrinaggi. Hanno inoltre donato materie prime a istituzioni educative e religiose affinché potessero essere utilizzate per attività di raccolta fondi. Per oltre 80 anni, i Fideos Santa Teresita furono un simbolo di Colón, fornendo pasta non solo alla provincia di Entre Ríos, ma anche a Corrientes, Chaco, Formosa, Santa Fe e Buenos Aires. Inoltre, per cinque anni, la fabbrica esportò regolarmente in Uruguay, rafforzando la presenza del marchio oltre confine.
Prime macchine del pastificio
Prime macchine del pastificio

Negli anni ‘90, l’azienda passò alla gestione successiva con il nome "Fideos Santa Teresita S.R.L.", continuando a investire in tecnologia e certificazioni di qualità, come le Buone Pratiche di Manifattura (IRAM) nel 2011. Tuttavia, le difficoltà economiche e la concorrenza crescente portarono alla chiusura della fabbrica nell’aprile del 2016, dopo 83 anni di attività ininterrotta. L'azienda e i suoi macchinari furono venduti ad altri investitori che continuano a produrre pasta ancora oggi. La famiglia Croci, con il suo impegno e il suo spirito di innovazione, contribuì in modo significativo allo sviluppo di Colón e alla crescita dell’industria alimentare locale. Oggi, la loro storia rimane un esempio di dedizione, lavoro e resilienza, unendo ancora una volta il passato italiano con il futuro argentino.
Macchinari d'avanguardia all'interno della fabbrica
Macchinari d'avanguardia all'interno della fabbrica
Il viaggio della famiglia Croci, dalle rive del Lago di Como alle terre fertili di Entre Ríos, è un capitolo di quella grande epopea che vide migliaia di italiani portare il loro talento e la loro passione in una nuova terra. Ancora oggi, il loro nome è ricordato con orgoglio, testimoniando il contributo fondamentale degli immigrati italiani nella costruzione dell’Argentina moderna. Dopo più di un secolo dalla partenza della famiglia Croci verso l'Argentina, il legame con l'Italia si è ricostituito in un nuovo capitolo della storia familiare. Sono io, Yasmin Croci, la prima discendente a tornare nella terra d'origine e a riottenere la cittadinanza italiana, riprendendo quel filo che sembrava interrotto ma che, in realtà, non si è mai spezzato. In Argentina, sono sposata con Fabro Gastón Andrés, nipote di Fabro Igino, un altro emigrante italiano, originario di Colloredo di Monte Albano (Udine), che si stabilì a Corral de Bustos/Colonia Italiana (Provincia di Córdoba). Oggi, con orgoglio, porto avanti il patrimonio culturale e l'eredità dei miei antenati come dottoressa in Scienze Naturali, lavorando presso il Politecnico di Milano, nel cuore di un'Italia che sento profondamente mia. Ritornare alle origini non è stato solo un viaggio fisico, ma un ritorno a casa: dal primo giorno in Italia, ho sentito di non essermene mai andata.
Yasmin Croci e Emiliano Croci