046cee8f-103a-491c-b1d3-e75196784f74



Tour Virtuale del Museo

MUSEO DELLA CULTURA CONTADINA DI COLICO

Storia, cultura e tradizioni del territorio

LE ATTIVITA' AGRICOLE

Nel passato sul territorio Colichese gli allevamenti costituivano una grande risorsa per gli abitanti ed erano concentrati soprattutto nelle frazioni dove risiedevano grossi allevatori che possedevano consistenti allevamenti soprattutto di bovini. Oltre a queste grandi aziende, nella prima metà del secolo scorso erano ancora numerosi i contadini che possedevano piccoli allevamenti che rappresentavano una fonte notevole di reddito. L’allevamento era strettamente legato al ciclo stagionale, ed avveniva nelle stalle durante il periodo invernale, all’aperto nella bella stagione, quando il bestiame era condotto a pascolare sui ‘monti’ e gli ‘alpeggi’. Durante la stabulazione, l’alimento principale per gli animali era rappresentato dal fieno che era stato riposto e compresso nel fienile sovrastante la stalla ed era tagliato con uno strumento a lama chiamato taiafè per essere gettato nella mangiatoia della stalla (preséf). Tre erano i tagli: il più abbondante (magèench), avveniva a maggio, il secondo a luglio (segund) e il terzo a settembre (terzöö). Se le annate erano favorevoli si tagliava anche il quartiröö. Falci, forche, rastrelli, gerli e campacc ma anche carri costituivano l’attrezzatura che ogni contadino utilizzava dal taglio dell’erba fresca fino al trasporto del fieno da riporre nel fienile. A primavera inoltrata si effettuava la transumanza a quote diverse per sfruttare il pascolo offerto dal territorio montuoso nei mesi estivi. Ecco che gli allevatori, spesso con l’intera famiglia , portavano il bestiame sui maggenghi a 700 - 800 metri. Esaurito il poco pascolo e il fieno riposto l’estate precedente, mandavano il bestiame all’Alpe fino alla fine di agosto affidandolo a un pastore. L’alpeggio estivo aveva un’importanza economica non indifferente sia per gli alpeggiatori che traevano guadagno dalla vendita dei prodotti, sia per la famiglia contadina che vedeva sfamare il proprio bestiame per diversi mesi senza intaccare la preziosa scorta di fieno e poteva dedicarsi ai faticosi lavori estivi dei prati e dei campi spesso coltivati a mais o altri cereali. Nella sezione espositiva, oltre ad attrezzi, trovano collocazione anche fotografie d’epoca che ritraggono contadini intenti nelle varie attività agricole e alcuni scatti delle transumanze.



Tour Virtuale del Museo