DONNA: ANGELO DEL FOCOLARE?
ABBIGLIAMENTO FEMMINILE POPOLARE
TRA FINE 800 E METÀ 900
A COLICO E DINTORNI
PREMESSA
Nei secoli scorsi e fino alla metà del ‘900, le contadine nelle nostre zone indossavano quotidianamente capi d’abbigliamento funzionali al duro lavoro della terra e dell’allevamento. Gli studiosi non hanno ancora appurato se i vestiti da lavoro siano una derivazione da quelli della festa o viceversa.
Erano uguali per tutte le donne del paese, di ogni età.
All’inventiva e all’abilità individuale erano concesse piccole variazioni (es ricami, pettorine), anch’esse codificate secondo precisi significati.
L’abbigliamento era unico per tutte le stagioni, secondo il proverbio che quel che ripara dal caldo ripara anche dal freddo (quel che ripara del coolt el ripara anca del frèc) con piccole aggiunte o modifiche nei mesi invernali.
Minime erano quindi le differenze fra i capi d’abbigliamento individuali in una stessa comunità.
Erano invece marcate le differenze fra abbigliamento quotidiano da lavoro, e abito della festa (rituale), o da cerimonia religiosa (nozze, processioni, ecc)
All’interno delle piccole comunità locali l’abito, in parte già divenuto costume, svolgeva diverse funzioni oltre a quella pratica di proteggere dal freddo e dal caldo. L’abito connotava la differenza tra il tempo del lavoro (tantissimo) e il tempo della festa e tra il tempo feriale - profano e il tempo religioso dell’incontro con il “divino”. Esso sottolineava anche la diversa appartenenza a classi sociali: i poveri (tantissimi) e i benestanti (pochissimi).
Ancora più spiccate erano le differenze fra gli abiti femminili rituali indossati nei diversi paesi. Piccoli particolari (colore tessuti, foggia, accessori, ecc) identificavano la donna residente in una comunità da quelle dei paesi vicini, anche quando si trovava altrove, e permettevano di riconoscerne la provenienza.
L’abito, insieme al dialetto locale, era un elemento identificativo, per i paesi vicini, una specie di passaporto che rimarcava non solo il genere, ma anche la condizione civile e sociale: il vestito popolare a Colico distingueva immediatamente le contadine dalle moglie dei proprietari delle terre e l’appartenenza a una determinata comunità
Mostra abbigliamento fatta qualche anno fa presso auditorium Colico
TRA FINE 800 E METÀ 900
A COLICO E DINTORNI
PREMESSA
Nei secoli scorsi e fino alla metà del ‘900, le contadine nelle nostre zone indossavano quotidianamente capi d’abbigliamento funzionali al duro lavoro della terra e dell’allevamento. Gli studiosi non hanno ancora appurato se i vestiti da lavoro siano una derivazione da quelli della festa o viceversa.
Erano uguali per tutte le donne del paese, di ogni età.
All’inventiva e all’abilità individuale erano concesse piccole variazioni (es ricami, pettorine), anch’esse codificate secondo precisi significati.
L’abbigliamento era unico per tutte le stagioni, secondo il proverbio che quel che ripara dal caldo ripara anche dal freddo (quel che ripara del coolt el ripara anca del frèc) con piccole aggiunte o modifiche nei mesi invernali.
Minime erano quindi le differenze fra i capi d’abbigliamento individuali in una stessa comunità.
Erano invece marcate le differenze fra abbigliamento quotidiano da lavoro, e abito della festa (rituale), o da cerimonia religiosa (nozze, processioni, ecc)
All’interno delle piccole comunità locali l’abito, in parte già divenuto costume, svolgeva diverse funzioni oltre a quella pratica di proteggere dal freddo e dal caldo. L’abito connotava la differenza tra il tempo del lavoro (tantissimo) e il tempo della festa e tra il tempo feriale - profano e il tempo religioso dell’incontro con il “divino”. Esso sottolineava anche la diversa appartenenza a classi sociali: i poveri (tantissimi) e i benestanti (pochissimi).
Ancora più spiccate erano le differenze fra gli abiti femminili rituali indossati nei diversi paesi. Piccoli particolari (colore tessuti, foggia, accessori, ecc) identificavano la donna residente in una comunità da quelle dei paesi vicini, anche quando si trovava altrove, e permettevano di riconoscerne la provenienza.
L’abito, insieme al dialetto locale, era un elemento identificativo, per i paesi vicini, una specie di passaporto che rimarcava non solo il genere, ma anche la condizione civile e sociale: il vestito popolare a Colico distingueva immediatamente le contadine dalle moglie dei proprietari delle terre e l’appartenenza a una determinata comunità
Mostra abbigliamento fatta qualche anno fa presso auditorium Colico